Mamma… E adesso? Non sei sola! Conosciamoci e confrontiamoci: 4 incontri gratuiti rivolti a donne in gravidanza e mamme con figli 0-12 mesi

Mamma… E adesso? Non sei sola! Conosciamoci e confrontiamoci: 4 incontri gratuiti rivolti a donne in gravidanza e mamme con figli 0-12 mesi

Incontri tra mamme per aiutarsi, scambiare consigli ed esperienze, condividere esigenze ed imparare insieme!
Ci ho lavorato molto e finalmente posso dirlo:
Il mio progetto di supporto, ascolto e informazione “Mamma… E adesso?” esce da questa realtà virtuale del web per iniziare a fare i primi passi anche in uno spazio fisico.

Precisamente all’ombra del parco del quartiere Rabin di Mantova, dove terrò un ciclo di 4 incontri gratuiti rivolti a donne in gravidanza e mamme con figli da 0 a 12 mesi circa, che potranno portare i loro bimbi.
Parleremo delle principali tematiche relative ai neonati e alla nuova vita da mamma.

Al secondo incontro avremo l’esperta in letture per bambini Cristina Brutti – ideatrice di “Una corte…Tante storie!.

Al terzo incontro avremo la Mindfulness Educator Elisa SanguaniniElisa la Mamma Mindful è la sua pagina – specializzata per mamme, (supporto in caso di stress, ansia, depressione post parto, rapporto sereno con il proprio figlio).

Al quarto incontro avremo la Peer Supporter che risponderà a domande e curiosità sull’allattamento (al seno o con biberon).

L’iniziativa è organizzata con la collaborazione del Comitato di Quartiere Rabin (grazie Marco Sivero, come sempre) ed il sostegno del Comune di Mantova, che ha concesso il patrocinio (grazie sindaco Mattia Palazzi).

La Farmacia Gamba di Porto Mantovano sponsorizza il progetto e omaggerà le partecipanti con alcuni prodotti.

locandina incontri mamme mantova elena caracciolo

La locandina degli incontri

Quando e per chi

Quando: i sabati 22 e 29 agosto, 5 e 12 settembre dalle 9.30 alle 11

A chi sono rivolti questi appuntamenti?

A tutte le mamme e future mamme che, come è capitato a me, si sono sentite/si sentono sole in alcuni momenti della gravidanza e del post parto.

Alle mamme che hanno bisogno di confrontarsi, condividere esperienze, consigli, dubbi, paure, preoccupazioni, felicità.

Alle mamme che vogliono conoscere altre mamme come loro, perché nel diventare madri, a volte, si ha la sensazione di impazzire per poi invece scoprire che tutte siamo alle prese con stati d’animo forti contrastanti e soprattutto mai provati.

Alle mamme che possono essere di aiuto a chi è in attesa del proprio bimbo e sente crescere qualche ansia insieme al pancione.

Alle mamme che lo sono già da diversi mesi e proprio per questo hanno capito che appena sembra di aver imparato qualcosa, ecco che subito si presenta un’altra fase.

Verrà distribuito materiale informativo anche sulla base delle richieste ed esigenze delle partecipanti.
I posti sono limitati ad 8 ma potrò pensare ad una seconda edizione se le adesioni saranno superiori.

Per informazioni ed iscrizioni: 340.3818270

Leggi QUI il Comunicato Stampa del progetto 

 

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

 

 

 

 

Ottimi piatti, gentilezza e un occhio di riguardo verso i bimbi piccoli: il Grifone Bianco di Mantova

Ottimi piatti, gentilezza e un occhio di riguardo verso i bimbi piccoli: il Grifone Bianco di Mantova

Succede che quando mi imbatto nella gentilezza, la prima cosa a cui penso è che non vedo l’ora di poterla in qualche modo raccontare e condividere.
 
Questa volta mi è successo una sera nella mia città. Al Grifone Bianco.
Con il mio compagno abbiamo deciso di concederci una cena fuori, naturalmente insieme alla nostra bimba.
ristorante Grifone Bianco Mantova
 
Andare al ristorante è ancora sempre un terno al lotto. Ci impegniamo a rispettare al massimo gli orari stabiliti dalla creaturina – ovvero cena alle 19 massimo 19.30 e scappare verso le 20/20.30 – ma a volte lei ci fa chiaramente capire che preferiva stare a casa attaccata a me e che giustamente poco le interessa la vita serale.
 
Premesse a parte sulle difficoltà di conciliare la routine di furbina e dei suoi nove mesi con il mio legittimo desiderio di non cucinare ogni tanto, accennavo appunto alla gentilezza.
 

L’ho trovata al Grifone Bianco di piazza Erbe, nel centro di Mantova

ristorante Grifone Bianco Mantova
 
A dire la verità erano almeno un paio d’anni che non andavo lì a cena. Per nessun motivo particolare. Non era più capitato di andarci.
 
L’altra sera invece ho detto “perché non proviamo?”. Erano le 19.15, chiaramente eravamo i primi perché le altre persone a quell’ora in estate sono a fare altro.
 
Il posto è più elegante e raffinato rispetto ad altri del centro città e la mia preoccupazione è stata subito “oddio adesso Beatrice tirerà giù mezza tavola, farà casino, pasticcerà con il cibo e ci guarderanno male sperando di non rivederci”.
 
Un pensiero, il mio, dovuto al fatto che in altri posti è capitato esattamente così. È capitato di sentirmi poco desiderata con una bimba piccola – anche se non piange praticamente mai, ma non essendo un robot si muove e si fa sentire come ogni creaturina.
 
Al Grifone Bianco è andata nel modo esattamente opposto.
ristorante Grifone Bianco Mantova
Appena arrivati i camerieri ci hanno sorriso (preciso che quando si avvicinavano c’era la mascherina posizionata correttamente) e accolto con una gentilezza che ho percepito essere sincera e non soltanto professionale e di facciata o convenienza.
Ci hanno immediatamente chiesto se volessimo un seggiolone – no, non è una banalità. Non accade ovunque.
Il cameriere che ci ha servito si è rivolto carinamente più volte a Beatrice.
Pochi minuti dopo stavo già dicendo “guarda come sono carini e gentili, che bello!” e il mio piacevole stupore è aumentato quando c’è stata l’accortezza di portare anche un bicchiere piccolo per mia figlia.
 
Non ho finito.
 
Al momento dell’ordinazione ho chiesto un piattino con qualche spaghetto per lei – gli spaghetti – faccio quasi senza dirlo – sono finiti in buona parte sulla tavola, sul seggiolone, sui vestiti (anche miei), per terra, e forse sono arrivati fino a casa tua.
 
Spaghetti misti a briciole di pane e una buona quantità d’acqua.
 
Insomma un casino.
ristorante Grifone Bianco Mantova
Mi sono scusata con il cameriere, offrendomi per restare a fare le pulizie dopo cena, e la risposta – di nuovo con estrema cortesia e comprensione – è stata “non si preoccupi, i bambini cos’altro dovrebbero fare..”.
 
E dato che di ristorante si parla, un appunto sui piatti: l’Alessandro Borghese che c’è in me darebbe un 9 pieno al menù e anche al conto, già che ci siamo con i voti.
Oltre al servizio da 10, ho mangiato davvero bene e tornerò sicuramente senza far passare molto tempo.
ristorante Grifone Bianco Mantova
 

Nota per i malfidenti

Non conosco il proprietario del locale e nemmeno chi ci lavora. Ho deciso di scrivere questo articolo solo quando la cena era quasi finita e senza che il personale lo sapesse, quindi nulla è stato fatto apposta.

ristorante Grifone Bianco Mantova
 
 
“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

Clicca QUI per sapere cosa posso fare per te!

Cosa mettere nella borsa per il parto

Cosa mettere nella borsa per il parto

Cosa metto nella borsa per il parto da portare in ospedale?

È una delle domande che ogni futura mamma si trova ad affrontare durante la propria gravidanza e in questo articolo ho scritto un elenco con i miei suggerimenti e l’elenco che mi avevano dato all’ospedale in cui ho partorito, il Carlo Poma di Mantova – avevo raccontato QUI la permanenza in reparto.

Non è certo una domanda da poco. In una delle esperienze più travolgenti della vita, una delle cose a dare una parvenza di sicurezza è riuscire a controllare quel poco che si può. (O almeno per me era stato così).

La gravidanza, il parto, il dopo parto e tutto il contorno sono di quanto meno controllabile ci sia al mondo. La borsa dell’ospedale invece si può programmare con anticipo. È anche un’ottima scusa per tenere la mente impegnata, lontana dalle ansie, e per tenersi occupate quando si ha addosso quello stato d’animo di impotenza misto a snervante attesa.

borsa per il parto da portare in ospedale

Naturalmente la borsa non sarà mai abbastanza perfetta e il desiderio di svuotarla, riempirla, controllarla e ricominciare daccapo fino al minuto prima dell’inizio del travaglio si impossesserà della tua mente.

Nonostante ciò avrai comunque la dannata sensazione di aver dimenticato qualcosa.

E di cose, io, ne avevo dimenticate parecchie. O meglio: non avevo ricevuto i giusti consigli.

Per evitare che altre mamme siano vittima delle mie stesse dimenticanze, ho scritto un elenco di suggerimenti utili e indispensabili per la preparazione della borsa. Parlo di “borsa” al singolare, perché per comodità ne avevo fatto una unica, ma so che c’è chi preferisce prepararne due mamma/bimbo.

Quelli che darei alla mia migliore amica se dovesse partorire.

Alla fine qualcosa potrà sfuggire alla memoria: niente paura! Si potrà sempre chiedere al papà, ad un’amica o a qualche parente.

pancia mamma in garvidanza

Un elenco di cosa portare nella borsa per l’ospedale – I miei suggerimenti

  • Pigiami e cambi comodi: personalmente valuto sempre la comodità, soprattutto in una situazione come quella della sosta ospedaliera. Quindi benvenute a tute, magliette larghissime, pigiami con bottoni davanti. Chi verrà a trovarti avrà occhi solo per il bambino e nemmeno vedrà come sei vestita tu

 

  • Biancheria intima adeguata agli assorbenti post parto: non portare mutande a cui tieni, perché c’è la possibilità che non tornino a casa con te o che non vengano più pulite. L’importante è che siano anche di una taglia in più

 

  • Reggiseno per l’allattamento: all’inizio possono essere utili quelli con le spalline che si sganciano

 

  • I cambi per il bimbo: almeno 6 e meglio l’opzione maglietta/golfino-pantaloncini invece delle tutine a pezzo unico, questo perché sarà più facile cambiare la creaturina quelle cento volte al giorno necessarie (+ body, bavaglini, calzine, cuffiette). NON servono i prodotti per la cura, il cambio del pannolino e l’igiene del neonato perché vengono solitamente forniti dall’ospedale

 

  • Prodotti per l’igiene personale: (qui ognuna sa ciò le serve)

 

  • Shampoo a secco: un aiuto comodo per non sentirsi pronte per la spremitura dei capelli dopo i primi due giorni, almeno per chi li ha grassi come i miei

 

  • Salviette disinfettanti per il bagno: il bagno lo dovrai condividere con più persone estranee e, anche se è vero che la probabile approssimativa pulizia della stanza d’ospedale sarà uno dei tuoi ultimi problemi nel post parto, un’attenzione in più non guasterà

 

  • Dei copri wc: ingenuamente pensavo che, come quando si usa un bagno pubblico, non mi sarei seduta sulla tavoletta del water. Ingenuamente appunto, perché con i punti doloranti non ero in grado di stare in sospensione e mi sarei seduta anche nel bagno di un autogrill

 

  • Ciabatte per stare in stanza e ciabatte per la doccia: entrambi le paia eventualmente da buttare prima del ritorno a casa

 

  • Diversi asciugamani per il bidet: anche questi che si possano poi buttare, in particolare a causa delle abbondanti perdite da post parto, difficilmente arginabili

 

  • Un plaid: se la stagione è fredda, mentre ad agosto andrà benone il lenzuolo fornito dall’ospedale. Sempre che in estate non ci sia aria condizionata che ricrea il clima della vasca dei pinguini dell’acquario di Genova

 

  • Un cuscino comodo: nelle prime ore e primi giorni di vita, il bambino chiederà di essere continuamente attaccato al seno e avere un appoggio confortevole è utile per preservare la schiena che sarà fondamentale

 

  • Un carica batteria portatile: le prese non sempre sono accanto al letto, ma distanti

 

  • Gli auricolari: gli AirPods sono i miei fidati compagni da quando è nata mia figlia, perché per quanto si acquisiscano abilità al limite del soprannaturale è complicato tenere telefono e creaturina in braccio/al seno

 

  •  Acqua: non sempre gli ospedali sono generosi con l’acqua, che però è fondamentale anche per aiutare l’arrivo della montata lattea

 

  • Uno spuntino gustoso da divorare durante il travaglio: ce ne sarà tanto, tantissimo bisogno

 

  • Uno spuntino altrettanto gustoso per tirarsi su di morale la prima notte: mi era stato consigliato ed io non avevo ascoltato il suggerimento per poi subito pentirmene e farmi portare pane e salame con una certa urgenza

L’elenco che mi era stato indicato dall’ospedale

  • Tutti gli esami eseguiti nel corso della gravidanza
  • Documenti
  • Effetti personali per mamma e bambino
  • Abbigliamento intimo comodo per il travaglio e l’allattamento
  • Calzini
  • Reggiseno adatto all’allattamento e slip comodi che consentano l’utilizzo di assorbenti
  • Prodotti per l’igiene personale
  • Eventuali farmaci assunti a domicilio
  • Quattro-sei cambi di abbigliamento per il neonato, adeguati alla stagione in corso
  • Bavaglini
  • Cuffietta e Calzine
  • Busta con cognome e nome della mamma, contente un cambio completo da consegnare agli operatori al momento del parto.

Un consiglio prezioso per risparmiare

Nota importante: vedo spesso su internet annunci su annunci di prodotti/oggetti vari da inserire nella borsa dell’ospedale. Chiaramente a prezzi esorbitanti per l’uso che poi se ne farà..

Il mio consiglio è di evitare di restare vittima di queste pubblicità create apposta per attirare l’attenzione e farti credere che tu abbia assolutamente bisogno di quella cosa che costa però così tanto.

Controlla se vicino a dove vivi c’è qualche outlet per gli acquisti.

travaglio e parto

Qualche esempio pratico

  • Avevo comprato le pantofole e la biancheria intima da usare in ospedale in un outlet Ovs, pagando le ciabatte circa 3 euro e gli slip 1,50 euro.
  • La borsa – che uso ancora oggi quando devo spostarmi per qualche giorno con la bimba – l’avevo acquistata in un negozio di marca cinese HaoMai, spendendo 12 euro.
  • Sempre nello stesso punto vendita avevo trovato anche le buste trasparenti per inserire e dividere i cambi della bimba, per circa 1 euro l’una.

 

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Due donne e artiste unite dall’olio Evo: Maripa, Bernulia e il Leone d’Oro

Due donne e artiste unite dall’olio Evo: Maripa, Bernulia e il Leone d’Oro

Questa è una storia di donne – Giulia e Maria Paola – e di olio. L’olio, un elemento così comune sulle nostre tavole, ma che dopo aver letto questo pezzo guarderai – e assaporerai – in un modo diverso.

Una storia come quelle con cui mi piace riempire questo spazio, nato per raccontare professioniste, mamme e non, donne che possano essere fonte di ispirazione ed esempio per altre.

Maripa e Bernulia

Maripa e Bernulia

Giulia Bernardelli – in arte Bernulia

Ho conosciuto Giulia nel luglio del 2015. Scrivevo a tempo pieno per la Gazzetta di Mantova e una mattina mi avevano incaricata di intervistare Giulia Bernardelli, in arte Bernulia.

Non sapevo chi fosse – nonostante la condivisione della stessa città – non l’avevo mai sentita nominare.

Giulia Bernardelli Bernulia

Bernulia

Ci eravamo date appuntamento in piazza Sordello per bere un caffè, sfidando i cento gradi che la terra gonzaghesca offre solitamente nei mesi estivi.

Mi erano bastati pochi minuti per iniziare a capire che proprio il caffè era tra gli strumenti di lavoro usati da Giulia. Caffè, liquido o in polvere, ma anche miele, cioccolato, spezie ed erbe aromatiche al posto dei colori, e cucchiaini, dita, stuzzicadenti invece che pennelli. Bernulia è capace di trasformare qualsiasi elemento in pura e meravigliosa arte.

E dopo la conoscenza con Maripa, l’olio è diventato in qualche modo un altro protagonista delle sue opere.

Giulia ed io ci siamo ritrovate nel 2019 ad una serata che mi ha visto moderatrice e presentatrice di un evento dedicato alle donne. In quel periodo ero incinta, in preda alle nausee, non avevo ancora dato la notizia pubblicamente e dovevo impegnarmi per fingere di essere in forma.

Presto diventerà mamma anche Giulia – mi perdonerà se lo scrivo qui, ma lo faccio con affetto – e chissà che forse non ci troveremo ogni tanto a confrontarci su tutto ciò che la maternità comporta.

Come al solito mi faccio prendere dalla voglia di scrivere, condividere e raccontare. Ora arrivo al dunque, promesso.

Bernulia e Maria Paola Gabusi – in arte Maripa

Qualche giorno fa, Giulia, sulla sua pagina Facebook, ha chiesto se ci fosse qualche giornalista disponibile a raccontare una storia di donne, arte ed eccellenza. Come non propormi? Ed eccomi qua a voler dare spazio ad un racconto che vi farà riconsiderare l’olio.

Del resto come è facile perdere di vista la preziosità di ciò che abbiamo ogni giorno sotto gli occhi.

Bernulia e Maria Paola Gabusi (per tutti Maripa) si sono incontrate un anno fa a casa di Maripa. No, non una casa banale: un podere sul Lago di Garda attorniato da un uliveto secolare. L’occasione è stata quella del Leone d’Oro, un concorso indipendente molto selettivo sui migliori oli d’oliva del mondo e che per il 2020 vedrà la finale l’11 luglio.

Maripa

Maripa

Il concorso Leone d’Oro International

Il Leone d’Oro International è un concorso che premia i migliori olî extra vergine d’Oliva del mondo. È un concorso unico.

Si tratta di due giornate che da ormai tre anni Maripa organizza sul Lago di Garda: parte del percorso che viene mappato con i produttori che inviano i loro olî e che si affidano al processo di valutazione che inizia immediatamente dopo la fine della raccolta delle olive.

leone d'oro international
Per scelta, da quattro anni, con il Leone d’Oro viene assegnata una sola medaglia d’oro per categoria selezionandola in un ristrettissimo numero di nomination (8) che arrivano in finale.Maripa è l’anima e l’organizzatrice del Leone d’oro, ha fondato O’live & Italy – associazione per la promozione della cultura dell’olio – ed è Panel Leader di un comitato di assaggio professionale riconosciuto dal MIpaaf.

Il Queendom

Maripa e Bernulia condividono l’entusiasmo per la bellezza in ogni sua forma e per l’eccellenza, per il fascino dei dettagli e per le storie sincere.
Dopo pochi giorni dal loro primo incontro, Bernulia torna nel Queendom di Maripa sul Lago: camminano tra gli alberi raccogliendo fiori, terra, foglie e Maripa insegna a Bernulia a degustare l’olio tra sfumature ed emozioni.

Da quel momento nascono opere piene di cuore, di amore per la biodiversità, delle storie degli uomini che ancora ne hanno cura. Nasce una passione esponenziale.

L’olio protagonista

Bernulia scopre l’olio evo di altissima qualità ed inizia a guardarlo in un modo nuovo, più colorato e vero. Scopre ciò che nemmeno io probabilmente so e che ora mi incuriosisce più che mai.

Il loro scopo comune diventa quello di condividere tutto questo, soprattutto tra chi dell’olio sa poco e nulla: parole e immagini, profumi e progetti.
Maripa e Bernulia trascorrono molto tempo a contatto con uomini e donne che producono qualità scientificamente, con grande fatica e cuore.

bernulia

In ogni luogo visitato, Giulia ha realizzato una composizione o un disegno per non dimenticare quelle emozioni. A luglio ci sarà la ventinovesima premiazione del Leone d’Oro nell’uliveto di Maripa.

A me è bastato scrivere questa storia per volerci andare, prima o poi.

Chissà quante cose da vedere e quanto da raccontare…

E l’olio? Ne sento già il profumo.

 

I FINALISTI

IL PROGRAMMA 

Mamma…E adesso? Se hai figli da 0 a 5 anni partecipa al sondaggio su lavoro, gravidanza e figli

Mamma…E adesso? Se hai figli da 0 a 5 anni partecipa al sondaggio su lavoro, gravidanza e figli

Ciao mamma! So bene che il tuo tempo è poco e prezioso, quindi ti rubo solo 3 minuti.
Quando ero incinta mi sono scontrata con diverse difficoltà lavorative ed ho iniziato a raccogliere le esperienze di altre donne.
Nel 2019 ho aperto questo spazio online di informazione, confronto e condivisione dedicato a gravidanza, bimbi, famiglia, per dare supporto ad altre mamme e creare una rete di aiuto.
Se hai figli da 0 a 5 anni ti chiedo di compilare un questionario anonimo ed aiutarmi nell’indagine che sto elaborando.
Se puoi, invita le tue amiche a fare lo stesso. Grazie davvero.

CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL QUESTIONARIO