Allattamento al seno tra verità, falsi miti, benefici, difficoltà, corretta informazione

Allattamento al seno tra verità, falsi miti, benefici, difficoltà, corretta informazione

Qui voglio parlare dell’allattamento al seno, ma prima di farlo serve una doverosa, doverosissima premessa.

Non esistono mamme di serie A e mamme di serie B. Chi allatta al seno è mamma esattamente come chi allatta con la formula artificiale. Non esiste una competizione, non c’è un giusto e uno sbagliato. Una cosa non è più o meno difficile rispetto ad un’altra. Ogni donna sceglie come nutrire la propria creatura in base a tanti e diversi motivi.

Ogni modalità che prevede il reciproco sacrosanto benessere di madre e figlio (e ripeterò ad ogni occasione che per avere un bimbo sereno, la prima a dover essere felice è la mamma) è quella giusta.

La mia personale esperienza con l’allattamento è stata in salita. Dopo circa 30 ore dalla nascita di mia figlia erano iniziate a comparirmi le ragadi ad entrambi i seni. Non sapevo ancora che fossero ragadi e che mi avrebbero causato dolore e lacrime per diverse settimane. Quando me ne sono accorta mi trovavo ancora in ospedale, così ho chiesto ad una delle infermiere di turno se fosse normale e cosa avrei dovuto fare. La risposta era stata che il problema poteva essere stato causato dai primissimi attacchi sbagliati della bambina, ma che poi aveva iniziato ad attaccarsi correttamente per mangiare, quindi non avrei dovuto fare nulla. Mi era stata consigliata una crema a base di Lanolina.

mamma che allatta il bimbo al seno

Le prime ore e i primi giorni dopo la nascita il neonato chiede e deve essere attaccato spessissimo al seno (anche ogni mezz’ora, ma dipende dai bimbi), per fare arrivare la montata. Ad ogni poppata sentivo sempre più male e sulle ferite iniziava a comparire del sangue. Nel frattempo si erano creati anche degli ingorghi, che rendevano tutto più complicato. La mia bambina però aumentava regolarmente di peso e non mi sono persa d’animo. Sì, ci sono state le lacrime e ho avuto diversi momenti di sconforto – ma il post parto è già una questione complessa e affronterò l’argomento prossimamente – però non volevo arrendermi. Questo anche perché non volevo rischiare di perdere o far diminuire la produzione di latte.

Dopo circa una settimana di dolori e di tentativi fai-da-te (es l’uso del paracapezzoli, inutile ed anche peggiorativo nella mia situazione9 ho chiesto aiuto. Ho chiamato un’ostetrica di fiducia (giusto in questo articolo ho ricordato l’importanza delle ostetriche) e le ho chiesto consigli sia sulla gestione della mia bimba che sull’allattamento.

Da quando sono mamma ho imparato quanto sia fondamentale chiedere aiuto al momento giusto, e per una che me, che vuole arrangiarsi da sola ad ogni costo, credimi che non è scontato.

Avere la forza di chiedere aiuto stata la mia salvezza.

La soluzione alle ragadi, per il mio specifico caso, è stata una cura a base di: garze di fitostimoline messe prima e dopo ogni poppata, massaggi con acqua calda prima di ogni poppata, cuscinetti in gel riscaldati tenuti costantemente addosso, cercare di non tenere sempre il reggiseno.

Ci sono voluti pazienza, infinita buona volontà, fiducia nelle mie capacità e in quelle di mia figlia.

Allattare è meraviglioso, ma faticoso da ogni punto di vista. Ben lontano da ciò che ci fanno vedere nei film.

In questo articolo, qui sotto, ho intervistato Jessica Mistura, una Peer Supporter, ovvero una mamma alla pari che supporta gratuitamente altre mamme. I temi approfonditi nei paragrafi che trovi continuando a leggere sono molti: i benefici del latte materno nella crescita del bimbo, le difficoltà che può incontrare una mamma, cos’è e come funziona l’allattamento a richiesta ed un consiglio fondamentale.

In fondo trovi anche i link ad alcuni siti dedicati all’allattamento.

Jessica Mistura mamma alla pari allattamento

Jessica Mistura

La figura della Mamma alla Pari (Peer Supporter)

La figura della Mamma alla pari, ovvero “Peer”, è una mamma che ha un’esperienza di allattamento al seno di almeno 9 mesi e che ne riconosce l’importanza secondo le linee guida Oms. Ritiene che il latte materno sia l’alimento più indicato per il primo anno di vita, ed alimento esclusivo per i primi 6 mesi. Supporta le mamme che desiderano allattare sia da un punto di vista pratico, che emotivo.

Non esegue diagnosi o prescrizioni, non offre soluzioni o ricette, ma facilita nella madre l’emergere e la presa di coscienza delle proprie competenze. Non è una figura professionista di alcun tipo, ma una figura di supporto che presta la sua opera gratuitamente.

Il percorso per diventare una Mamma alla Pari

Per diventare Mamma alla pari vi sono diverse associazioni che tengono dei corsi. Io personalmente ho deciso di affidarmi all’Associazione delle Custodi del Femminino, e ho partecipato al loro corso online via webinar con conseguente Attestato di Partecipazione.

mamma che allatta il bimbo al seno

I benefici del latte materno nella crescita di un bimbo

Il latte materno è una preziosa fonte di nutrimento e fornisce una buona percentuale del fabbisogno energetico giornaliero del bimbo. Tra cui proteine, vitamina B12, folati, vitamina C, iodio e inoltre fornisce una preziosa fonte di acidi grassi polinsaturi a catena lunga, importanti per il cervello e per lo sviluppo dell’occhio. Inoltre, nella stragrande maggioranza, i bambini dagli 1 ai 2 anni hanno un basso apporto di DHA ed il latte materno può aiutare a soddisfare questa carenza.

Dona supporto allo sviluppo e all’equilibrio emozionale: è importante considerare anche i bisogni emotivi di un bambino, non solo quelli nutritivi. Non a caso le madri spesso citano anche questi benefici, tra i motivi importanti per cui continuare l’allattamento. I bambini hanno bisogno di caldo, amore e coccole. Con l’allattamento al seno questo avviene in modo totalmente naturale, allattare è la prosecuzione fisiologica del rapporto che si è creato tra madre e figlio durante la gravidanza. È un momento ricco di emozioni che crea un legame intenso.

Il latte materno è un supporto immunologo per il bambino, grazie a diversi fattori come Iga secretorie, lattoferrina e lisozima, che continuano a fornire una buona protezione immunitaria. Recenti ricerche hanno poi dimostrato come un tipo di zucchero presente nel latte materno sia in grado di proteggere i bambini dallo Streptococco B. Utile in questo caso ricordare come un esordio precoce dello Streptococco di tipo B possa causare gravi problemi respiratori e polmoniti. Il latte materno riduce poi il rischio di infezioni urinarie, diarrea ed otiti, il rischio di asma e nello sviluppo delle allergie.

Favorisce uno sviluppo fisiologico della bocca e del palato, riducendo il rischio di apnee soprattutto nei primi mesi di vita.

Riduzione del rischio di obesità, leucemie, diabete, malattie cardiovascolari e maggiore è la durata dell’allattamento, maggiore è la protezione verso questi rischi.

Riduce il rischio della SIDS ovvero la morte in culla almeno del 60%. L’allattamento al seno ha un vero e proprio effetto protettivo verso questo fattore, il vantaggio deriva dal garantire una suzione più frequente durante le ore notturne, difatti anche se non è un assoluto, i bimbi allattati al seno materno tendono ad avere più risvegli notturni rispetto a quelli allattati con la formula artificiale.

Le difficoltà che una mamma può incontrare all’inizio dell’allattamento sono tante

L’allattamento al seno è naturale. Tuttavia per le madri è un’abilità da apprendere, e può richiedere un certo tempo ottenere una buona pratica. Ci sono dei fattori che possono rendere difficile l’allattamento al seno:

Norme sociali. in alcune società occidentali, l’allattamento artificiale è più diffuso rispetto quello materno. Le cose che si vedono più spesso diventano familiari ed entrano in profondità nella nostra coscienza, come il biberon e il ciuccio e questi sono due elementi interferenti.

Precoce introduzione del latte in formula negli ospedali. A molti bambini sono somministrate integrazioni di latte artificiale mentre ancora sono in ospedale, anche quando non necessario a livello medico. Difatti il più grande calo di allattamento esclusivo al seno si registra entro il primo mese dopo la nascita.

Molti operatori sanitari non hanno conoscenze sufficienti per supportare e comprendere l’importanza dell’allattamento. Quando una madre si trova in difficoltà già dalle primissime ore di vita del bambino, è per lei importante invece ricevere il dovuto sostegno psicologico da parte di persone preparate, che le spieghino l’importanza di quello che sta facendo.

Dolore al momento di attaccare il bimbo al seno. Questo avviene perché l’attacco è scorretto e bisognerebbe avvalersi del supporto di persone professionali e competenti quali PEER o IBCLC per valutarne l’entità e poter agire nel modo più corretto. Un attacco scorretto porta all’insorgenza delle ragadi ed esse possono davvero essere un buon deterrente per allentare con l’allattamento.

La paura di non avere abbastanza latte per sfamare il proprio figlio. Questo è un tarlo costante nella mente di una neo mamma, e si associa il pianto del bimbo a una carenza di produzione di latte, ma questa associazione è tanto errata quanto deleteria per la buona riuscita dell’avvio dell’allattamento. ricordiamoci che il pianto è l’unico modo che un bimbo ha di comunicare e quindi viene usato per attirare l’attenzione del genitore per molteplici cause, non necessariamente collegate alla mancanza di latte materno.

Consigli di zii, nonne, amici, cugini e da chiunque altra persona esterna al nucleo familiare composto da madre, padre, neonato. Questi consigli dati esclusivamente con lo scopo di aiutare la neo mamma in realtà non fanno altro che provocare in lei un senso di disagio, confusione e talvolta di autoconvincimento nel non essere in grado di allattare. Ahimè nonostante questi consigli vengano dati con buona cognizione di causa, la maggior parte delle volte sono fondati su esperienze personali e quindi non adattabili ad ogni diade, perché ogni rapporto madre\figlio è  unico.

Mastiti e ingorghi. Sono altre problematiche in cui una mamma che allatta al seno potrebbe incontrare nel suo percorso, in questo caso bisogna contattare il medico curante o una IBCLC.

Il parto. Anche questo ha un’incidenza piuttosto rilevante nell’avvio dell’allattamento. Bisogna vedere se alla madre sono stati somministrati farmaci, analgesici, se ha subito cesareo, se è stato un parto molto medicalizzato, il parto quanto più è fisiologico tanto più l’allattamento sarà semplice da avviare.

Il latte materno come alimento principale

Il latte materno non finisce mai di essere un alimento importante per i nostri bimbi. In pochissimi sanno dell’importanza di un allattamento a termine, soprattutto perché questo vuol dire prolungarlo ben oltre il primo anno di età del bimbo e in società come la nostra, non è facile per molteplici motivazioni. Detto questo, sicuramente fino al sesto mese compiuto, il latte materno ma anche quello in formula, è da considerarsi alimento esclusivo e completo per i nostri figli.

L’OMS stesso raccomanda di non introdurre alcun alimento o bevanda prima del sesto mese, uno svezzamento precoce può portare gravi danni nel lungo periodo come diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Importante sarebbe poi continuare con l’allattamento al seno o in formula fino all’anno di età, dovrebbe difatti essere considerato l’alimento principale nonostante si inizino a introdurre cibi e bevande.

L’allattamento a richiesta, cos’è e come funziona

L’allattamento a richiesta vuol dire gettare orologi, non calcolare il tempo e la durata di una poppata e tra una poppata e l’altra. Allattare a richiesta vuol dire fidarsi del proprio bambino ed assecondarlo. Lui nasce completamente competente, sa cosa vuole, sa quando ha fame e basarsi sulle classiche “3 ore” tra una poppata e l’altra è sbagliato.

C’è da precisare che lo stomaco di un bimbo soprattutto i primi giorni di vita è davvero piccolo e quindi con facilità si riempie e con altrettanta velocità si svuota. Inoltre il latte materno ha pochissimo scarto ed è altamente assimilabile quindi non ci vuole molto perché il bimbo richieda di essere attaccato al seno nuovamente. Poi crescendo le dimensioni dello stomaco aumentano, ma è altresì importante ricordare che con esso cresce anche tutto il bambino, in peso, altezza, lunghezza.

Il nostro bimbo crescendo svilupperà aree del cervello, acquisirà capacità motorie e tutto questo porterà un dispendio di energie davvero notevoli e quindi la sua richiesta di poppare potrebbe aumentare soprattutto nelle ore notturne, ed ecco il perché molte volte si nota che mentre nelle sere precedenti il bambino dormiva con regolarità, ad un tratto ci troviamo a fare nottate completamente in bianco con un bimbo che piange che vuole il seno.

Mi preme ricordare anche che il latte non va a fortuna ed è solo con la suzione del bambino che la produzione di latte aumenta, quindi in alcune fasi dove il bambino ha scatti di crescita è normale lui richieda più volte anche molto ravvicinate il seno, lo fa per aumentare la produzione della mamma.

Loro sono davvero estremamente competenti e lo siamo anche noi mamme, questo sarebbe bene ricordarselo sempre. è bene assecondare il nostro bimbo offrendo il seno ogni volta che lo necessita, non sentendoci inadeguate, incapaci di nutrire il bimbo. Anzi, stiamo crescendo noi con lui e quindi è un percorso non privo di difficoltà.

Qualche consiglio per le neo mamme che allattano

I miei consigli a una neo mamma in difficoltà nel post parto è di non vergognarsi nel chiedere aiuto, non vergognarsi dei sentimenti contrastanti che si provano in quel momento, quel momento che tutti ti hanno descritto magico, ma tu, in quel momento, di magico non riesci a vederci nulla. NO, NON è SBAGLIATO, E NO, NON SEI SBAGLIATA. Sono sentimenti che vanno accolti e hanno il diritto di esserci. Quindi chiediamo aiuto. Aiuto a figure professionali e competenti come una IBCLC se si dovessero avere problemi nell’avvio dell’allattamento o a una doula, se si necessità di conforto o aiuto una volta tornate a casa dall’ospedale.

La nostra società ci vuole mamme e donne perfette, dove il lamentarsi non è contemplato, non possiamo mostrarci fragili siamo madri. Non c’è, a mio avviso, pensiero più deleterio e sbagliato di questo.

Siti web informativi sull’allattamento

Clicca QUI per il portale sull’allattamento

Clicca QUI per i 10 passi dell’allattamento

Clicca QUI per i vantaggi dell’allattamento

Clicca QUI per le strategie nazionali sull’allattamento

 

Ringrazio Jessica Mistura per il prezioso contributo a questo articolo.

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

Clicca QUI per sapere cosa posso fare per te!

La festa della mamma ricordando le mamme e il mondo del lavoro precario

La festa della mamma ricordando le mamme e il mondo del lavoro precario

La festa della mamma.
Invece di stilare articolati studi e report annuali sul calo delle nascite in Italia, basterebbe chiedere alle mamme.

Le mamme continuano ad essere penalizzate, anche in questa emergenza.
Un’emergenza in cui, nell’era del precariato, non ci sono tutele concrete per le mamme lavoratrici precarie.
Non c’erano tutele prima, adesso peggio che mai.

Ben pochi salvagenti anche per le mamme libere professioniste.

E se per le mamme con un contratto solido non c’è la preoccupazione di come guadagnarsi lo stipendio, resta comunque quella di come occuparsi al meglio dei figli in questo momento critico.

I social si riempiranno di auguri, di belle foto, di parole affettuose.
Ognuno, nel fare o leggere gli auguri ad una mamma si dovrebbe ricordare di quanto oggi siano ancora penalizzate e discriminate. In tanti modi diversi.

Ci sono mamme che non hanno un compagno, i nonni a due passi o altri parenti vicino su cui fare affidamento.

Ci sono mamme che in questa emergenza sono rimaste totalmente sole.

Ci sono mamme in smart working che rispondono alle mail mentre allattano, programmano gli orari delle telefonate in base a quelli delle videolezioni, partecipano a riunioni su Skype sedute sul pavimento mentre si inventano giochi e intrattenimenti.

Ci sono mamme che vivono in pochi metri quadri, senza balcone o giardino, con due o più figli costretti in casa.

Ci sono mamme che perdono il posto di lavoro durante la gravidanza.

Ci sono mamme che rientrano dalla maternità e si trovano spostate di ufficio o di settore senza preavviso.

Ci sono mamme che per il mondo del lavoro non importa se hanno titoli di studio, competenze ed esperienza, perché restare incinta e crescere un figlio diventa un ostacolo alla carriera.

Ci sono mamme che vorrebbero diventarlo di nuovo, ma hanno un contratto a tempo determinato e sanno che non verrà rinnovato in caso di gravidanza.

Ci sono mamme che ancora non lo sono per paura di perdere il lavoro.

biglietto happy mother's day con fiori

Oggi, domani, finché non ci saranno interventi concreti e stabili a tutela della famiglia.

Non serve pagare dei super esperti per stilare articolati studi e report annuali sull’analisi del calo delle nascite in Italia.
È sufficiente chiedere alle mamme.

La tendenza di comodo – nei più differenti ambiti – è però spesso quella di cercare soluzioni ad un problema, senza coinvolgere chi del problema fa parte e lo vive quotidianamente.

 

QUI per leggere da dove era nato il mio progetto per la creazione di questo spazio virtuale di confronto, scambio, supporto.

 

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Un punto di riferimento per ogni mamma: La Tela di Mamata

Un punto di riferimento per ogni mamma: La Tela di Mamata

Voglio dedicare uno spazio alla Tela di Mamata, che consiglio ad ogni mamma e futura mamma che come me si sia trovata immersa in un mare (molto profondo e a volte dimenticando come si nuota) di dubbi, domande, legittime preoccupazioni una volta scoperto di essere incinta.

Puoi essere l’individuo più razionale della galassia, ma un piccolo esserino che cresce dentro di te impiega davvero poco pochissimo a mettere in forse ogni certezza.

La bacchetta magica per sentirsi tranquille e spazzare via ogni ansia non esiste. La Tela di Mamata però è quanto più ci si avvicina.

Un luogo in cui una donna può sentirsi a casa ed essere seguita fin da quando il test di gravidanza risulta positivo.

Un luogo che mette al centro la persona ed offre servizi, anche a domicilio, a mamme e papà in ogni fase della creazione di una nuova famiglia: gravidanza, parto e post parto.

Le parole d’ordine: accoglienza, ascolto, supporto, professionalità.

Sara Simoni ed Elisa Goffredi sono due ostetriche. Nel 2017 hanno aperto La Tela di Mamata.

Sara Simoni

Elisa Goffredi

La Tela di Mamata quali servizi offre?

La nostra è una associazione che ha un centro con sede a Rivalta sul Mincio.

Proponiamo corsi di vario genere. Da quelli più tradizionali di accompagnamento alla nascita a corsi su tematiche più specifiche come la gestione del dolore durante il travaglio, il portare in fascia, l’allattamento, lo svezzamento, laboratori teorici e pratici sulla gestione del dolore individuando risorse individuali di donne e coppie.

Oltre agli incontri c’è una parte di consulenze individuali, su qualsiasi esigenza possa avere la mamma che si trova a cercare la gravidanza, ad essere in gravidanza, e nei primi mesi di vita del bimbo.

Il centro ospita anche altri professionisti?

Certo. Ne abbiamo alcuni che lavorano da noi in modo stabile, mentre altri che ruotano e vengono a fare degli incontri formativi. Tra i professionisti ci sono la consulente delle fasce, l’osteopata, la psicologa perinatale, la psicoterapeuta, la nutrizionista. Diamo anche la possibilità di organizzare incontri formativi accreditati per le colleghe ostetriche.

Una donna con un test di gravidanza positivo si trova così ad avere un unico centro di riferimento, in un’ottica di continuità. Era esattamente questo che desideravamo offrire.

Con quale obiettivo era nata questa realtà?

L’obiettivo era appunto raccogliere in un’unica casa diverse attività.

Volevamo fosse un luogo accogliente e caldo, nulla a che vedere con la freddezza di un ambulatorio. Volevamo poter accogliere le famiglie in un momento particolare della loro vita: quello della genitorialità. Ci occupiamo di diffondere una cultura legata al mondo della nascita e quindi anche tutti i nostri servizi ruotano intorno a questo tema.

Una cultura che dia valore alle persone. Una donna, quando si trova in gravidanza, la prima cosa che fa è telefonare al ginecologo o in consultorio, ed inizia una serie di visite della gravidanza. Ecco, noi volevamo fare qualcosa in più, senza ovviamente nulla togliere alla parte clinica che è fondamentale. Volevamo dare servizi di supporto alle mamme, ad ampio raggio.

In questo periodo di restrizioni a causa dell’emergenza sanitaria, come si è organizzato il vostro Centro per essere di aiuto alle mamme?

Nel rispetto del Decreto Ministeriale abbiamo rimodulato i servizi, servendoci della tecnologia per poter proseguire nell’aiuto alle mamme. Ci serviamo del telefono con skype e videochiamate, facendo visite dal vivo solo se strettamente necessarie per situazioni particolari.

Tutto ciò che possiamo fare lo facciamo tramite telefono, per non far mancare il supporto alle mamme anche in questa fase.

In cosa si differenzia il vostro Centro?

La Tela di Mamata è un luogo in cui si può avere assistenza ed ascolto in tutto il periodo perinatale. Prima della gravidanza, durante e dopo il parto.

Cerchiamo di lavorare sulla totalità di questi aspetti, perché non ci sono altri servizi in grado di dare questo tipo di supporto a trecentosessanta gradi. A Mantova non c’era qualcosa di simile.

Forse le cose che ci caratterizzano principalmente sono la continuità assistenziale, la personalizzazione dei servizi ed il tempo. Non c’è la necessità di dover fare tutto velocemente e cerchiamo di rispettare il più possibile i tempi della mamma e del bambino in ogni consulenza.

Come funziona il nuovo servizio dell’ostetrica a domicilio, in collaborazione con il Comune di Mantova?

Il servizio era nato da un progetto che avevamo scritto e che avevamo presentato al Comune di Mantova. Ne siamo molto orgogliose. Il progetto originale prevedeva una visita domiciliare da parte nostra per tutti i nuovi nati residenti nel Comune di Mantova.

I genitori potevano chiamarci direttamente e garantivamo l’appuntamento nel giro di 24/48 ore. La visita a casa delle famiglie era l’occasione per parlare di tutte le piccole o grandi difficoltà che ci potevano essere nel dopo parto.

Come è stato temporaneamente modificato questo servizio, durante l’emergenza Covid-19?

Abbiamo modificato il progetto sospendendo le visite a domicilio e sostituendole con una videochiamata o consulenza telefonica.

Invece di un unico contatto, per ciascun residente sono previste due videochiamate, perché siamo consapevoli che il telefono non è la stessa cosa.

Quali consigli date alle mamme che si trovano ad affrontare una gravidanza o il parto in questo periodo di difficoltà, senza poter avere amici e famigliari accanto?

Questo periodo rappresenta effettivamente una grande difficoltà. Noi siamo disponibili a supportare ogni mamma come possiamo.

Tra i consigli che diamo c’è prima di tutto il non aver paura di chiedere aiuto.

È importante anche cercare di mantenere i contatti, sempre sfruttando la tecnologia, con amici e famigliari che possano essere di supporto. Quindi da un lato avvalersi di un supporto professionale e dall’altro dell’affetto, se pur a distanza, di amici e parenti. Dal punto di vista della salute invece, è bene osservare le indicazioni date a livello generale.

Rispetto a prima dell’emergenza sanitaria, c’è qualche richiesta particolare da parte delle mamme?

Un tema che è emerso ultimamente è la paura del parto. Tante mamme chiedono di partorire a casa perché hanno paura ad andare in ospedale.

Partorire a casa è possibile ed è un servizio che noi diamo, ma non si può organizzare all’ultimo momento. In ospedale sono state adottate una serie di scrupolose attenzioni per proteggere la salute di mamme, famiglie, operatori. Ci sono percorsi separati per mamme Covid. C’è una grande attenzione e tutte le misure messe in pratica sono necessarie per la tutela della salute della mamma e del bambino.

Quali rischi si corrono a cercare informazioni sulla gravidanza su internet, invece di chiedere un consulto a professioniste come voi?

Non è una banalità: bisogna fare attenzione a cercare informazioni sul web.

Internet può essere una risorsa grandiosa, perché ci sono tantissimi siti affidabili, ma allo stesso tempo altrettanti con informazioni parziali o sbagliate. Non ci sono filtri, non ci sono controlli e un consulto su internet non può sostituire il parlare con un professionista.

Può essere molto pericoloso inciampare in una informazione sbagliata. Ricordiamo che non esiste una domanda stupida, qualsiasi preoccupazione merita di essere risolta, e per ogni dubbio siamo a disposizione.

C’è qualche nuova iniziativa che state organizzando per il futuro?

In particolare c’è un progetto che da diverso tempo proviamo a far partire ma senza ancora esserci riuscite al meglio: il cerchio delle mamme. Si tratta di un gruppo di sostegno fatto da mamme, rivolto ad altre mamme in gravidanza o che hanno appena partorito.

Un’attività non strutturata, ma con la presenza delle ostetriche per approfondire alcuni aspetti. Abbiamo uno spazio apposta: un ambiente informale dove poter chiacchierare, stare insieme con i propri bimbi, con a disposizione fasciatoio, cuscini, scaldabiberon, tisane calde.

Ci piacerebbe molto creare questo gruppo di sostegno dove il motore siano le mamme stesse, e speriamo di riuscirci.

Il post parto è un momento delicato, dove spesso si trova il deserto in quanto a servizi di sostegno sul territorio.

I contatti:

La Tela di Mamata
Piazza Arrivabene 5 – Rivalta sul Mincio – Frazione di Rodigo (MN)
Facebook La Tela di Mamata
www.lateladimamata.com
lateladimamata@gmail.com
Sara Simoni 3492636843
Elisa Goffredi 3923588463

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza. 

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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Coronavirus e bufale

Coronavirus e bufale

  • Quali persone sono più portate a credere ad una fake news? Quali sono i risvolti psicologici?
  • Come riconoscere una bufala da una notizia vera? Come evitare di diffonderla?

Le risposte non sono affatto banali. Le domande sono quelle a cui ho cercato di rispondere insieme alla psicologa psicoterapeuta Rachele Sassi, che ha avuto l’idea di scrivere questo articolo a quattro mani.

Rachele Sassi psicologa psicoterapeuta

Rachele Sassi

Il tema è attualissimo ed è quello delle bufale.

Ti è mai successo di credere ad una notizia falsa?

La dottoressa Sassi ha trattato il lato dei risvolti psicologici causati dal fenomeno delle fake news, mentre io mi sono occupata del decalogo – lo trovi in fondo all’articolo – per riconoscere una notizia falsa ed evitarne la diffusione.

Nella situazione di emergenza che stiamo vivendo a causa del Coronavirus, una delle cose da NON fare per evitare l’alimentarsi di stati d’animo come ansia e panico, è farsi ingannare dalle notizie false – le bufale – e diffonderle.

Informarsi in modo corretto è fondamentale.

Ognuno può contribuire a limitare la divulgazione di fake news, che in momenti di difficoltà generale non fanno altro che aumentare il malessere e creano confusione.

Ci troviamo in una condizione di Infodemia: cos’è?

In questo periodo di emergenza Covid-19 sempre più persone si mettono alla ricerca di informazioni e aggiornamenti rispetto all’emergenza che stiamo vivendo, consultando con maggiore frequenza i social. Sarà capitato anche a te.

Testate giornalistiche, siti istituzionali e pagine personali scorrono una di seguito all’altra sulla bacheca, senza che sia possibile, in un primo momento, distinguerle.

Siamo in una condizione di Infodemia. Ovvero – come da definizione Treccani – di circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi per le difficoltà di trovare fonti attendibili.

La nostra mente è continuamente stimolata da una gran mole di parole e immagini. In una successione così rapida, che è difficile rimanere indifferenti.

Il processo emotivo

Ciò che scorre sotto i nostri occhi viene registrato con grande rapidità. Ancor prima di riuscire a chiederci se ciò che leggiamo sia vero oppure no, il nostro cervello ha già processato emotivamente quanto letto, scatenando una reazione diversa per ciascuno di noi. Stupore, paura, angoscia, allarme.

In genere la maggior parte delle persone è in grado di andare oltre all’impatto emotivo di quanto legge, ed attivare una via cognitiva di processamento dell’informazione.

Ciò consente di approcciarsi alla notizia in maniera critica, trovando spiegazioni in grado di rassicurare se stessi. – (Non è una fonte attendibile, è solo un’opinione, è palesemente falso, ecc) –

Consente anche di mettere in atto azioni in grado di contrastare la prima ondata emotiva. – (Vado a cercare in rete conferme o smentite di quanto letto).

Ecco chi rischia di essere più attratto da una bufala

Se siamo fortemente stressati o spaventati, difficilmente avremo le energie per dubitare, verificare, fare riflessioni. Pertanto non andremo oltre al primo impatto emotivo. La convinzione di aver trovato la verità ci porterà a condividere l’informazione in maniera compulsiva.

La condivisione con gli altri è un atto che ci consente di scaricare le emozioni spiacevoli scatenate da quella lettura. Una sorta di rito per alleggerire la nostra mente e abbassare il livello di stress.

Quali conseguenze comportano a livello psicologico le fake news

Le fake news sono come un virus che si diffonde attraverso le paure delle persone. Amplificano il bisogno di trovare risposte in grado di diminuire l’ansia. Si nutrono dell’incertezza e del bisogno di riferimenti certi, e mai come ora trova terreno fertile nelle nostre vulnerabilità.

Ci sono alcuni aspetti psicologici a medio e lungo termine.

La ruminazione mentale (rimuginio), i pensieri ossessivi, l’insonnia, il panico, la rabbia.

Diffondere le bufale amplifica la portata di questi sintomi nella comunità, alimentando il diffondersi di altre notizie simili e facendo da cassa di risonanza a sintomi psicopatologici. Vengono colpite soprattutto le persone più fragili e spaventate.

Il decalogo per riconoscere una bufala ed evitarne la diffusione

  • 1 VERIFICA LA FONTE

Approfondisci la provenienza della notizia che stai leggendo, chiediti ad esempio se il sito web (oppure la pagina Facebook o di altro social..) è attendibile, controlla con attenzione il link.

  • 2 CERCA FONTI ATTENDIBILI

Informati tramite siti web e canali di Organi ufficiali ed Istituzioni, ad esempio il sito web del Governo.

  • 3 VERIFICA QUANDO È STATA SCRITTA LA NOTIZIA

Controlla che la data di pubblicazione della notizia che stai leggendo sia recente.

  • 4 NON FERMARTI AL TITOLO

Prenditi un momento e leggi il testo fino in fondo, senza farti ingannare dal titolo sensazionalistico acchiappa-click.

  • 5 CERCA INFORMAZIONI SU CHI SCRIVE

L’autore della notizia potrebbe non essere esperto del tema e nemmeno un giornalista.

  • 6 FAI UNA SECONDA RICERCA

Tieni a mente che le bufale sono costruite apposta per attrarre chi legge, quindi vai su Google e cerca se la notizia che stai leggendo è una bufala/fake news, in modo da avere una ulteriore conferma.

  • 7 FATTI VENIRE DEI DUBBI

Poniti delle domande in merito a quello che stai leggendo, chiediti come mai ti ha attirato più di altri, se può essere vero o se in quel momento ti fa comodo crederci, ad esempio perché cercavi una risposta che non trovavi da altre parti.

  • 8 NON DIFFONDERE NOTIZIE DI CUI NON HAI CERTEZZA

Evita di condividere e divulgare link, articoli, foto, video, messaggi, messaggi vocali, se non hai la certezza che si tratti di notizie vere, provenienti da fonti attendibili e verificate.

  • 9 SEGNALA LE BUFALE

Quando trovi una fake news/notizia falsa, segnalala con i sistemi che mettono a disposizione i social, oppure nel caso di whatsapp rispondendo a chi te l’ha inviata chiedendo di interromperne la diffusione.

  • 10 RICORDA CHE IL TUO RUOLO È IMPORTANTE

Anche il tuo contributo è fondamentale per evitare la circolazione di bufale, quindi tieni a mente di avere una responsabilità e considera con attenzione tutti i punti sopra prima di agire.

-> CONSULTA QUI LA PAGINA WEB UFFICIALE DEL MINISTERO DELLA SALUTE CON LE PRINCIPALI BUFALE IN CIRCOLAZIONE SUL CORONAVIRUS 

-> CONSULTA QUI LA PAGINA WEB UFFICIALE DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ CON I NUMERI DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS AGGIORNATI

 

Colgo l’occasione per ringraziare chi aveva partecipato alla raccolta fondi per l’ospedale Carlo Poma di Mantova. Ne avevo parlato QUI.

Ringrazio Rachele Sassi per l’idea e per il prezioso contributo a questo articolo.